Valerio de L’ecoBottega nella Video Intervista di AVOICOMUNICARE.IT

Avoicomunicare è uno spazio creato da Telecom Italia per proporre un confronto aperto su temi decisivi per il nostro futuro: ambiente e sviluppo sostenibile, equilibri possibili tra mondi e culture diverse, integrazione, costruzione della pace grazie alla ricerca del dialogo e all’ascolto reciproco. Avoicomunicare presenta questo nuovo format per il web, Scelte Sostenibili , che ci racconta come sia possibile vivere e lavorare rispettando l’ambiente. In questa decima puntata della serie, Claudia Selvetti e Massimo Leonardi intervistano Valerio, titolare de “L’ecoBottega, ecologia all’italiana“.

Valerio era operaio in un’industria in cui non faceva altro che lavorare al microscopio. Un giorno, come spesso accade, dopo aver macinato pensieri e idee, si è svegliato e ha detto “Ci voglio provare!“. Così ha aperto a Vimercate L’Ecobottega, un negozio che si ispira ai vecchi laboratori artigianali e che unisce l’antico con il moderno, proponendo prodotti innovativi, ecologici e intelligenti. Dai giocattoli che stimolano la creatività, all’abbigliamento in cotone biologico, alla cosmesi, l’Ecobottega offre una gamma di oggetti vari e sostenibili.

Una scelta di vita non sempre facile da sostenere, ma sicuramente più motivante rispetto a un lavoro d’azienda monotono e ripetitivo.

Ecco l’indirizzo per vedere i prodotti:  www.lecobottega.it !

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Oggi, 5 Giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente

La Giornata Mondiale dell’Ambiente festeggia 40 anni.

giornata mondiale ambiente

L’evento, che ricorre ogni anno il 5 giugno, è stato istituito dall’Onu nel 1972, con lo scopo di stimolare in tutto il mondo la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali e incoraggiare attenzione politica e azioni in grado di sostenere uno sviluppo giusto e sostenibile. Tutti sono invitati a partecipare, attraverso una o più azioni concrete a favore dell’ambiente: dalla piantumazione di un albero alla pulizia di giardini, parchi o quartieri alla riduzione del consumo di oggetti di plastica o dello spreco.

Singoli, comunità, amministrazioni che vogliano dare un contributo possono registrare la propria attività a favore dell’ambiente sul sito del Wed (www.unep.org/wed/). Ad oggi, sono oltre 8.000 le azioni registrate. La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2012 è dedicata al tema “Green Economy: ne fai parte?”, analizzato attraverso 10 settori chiave: edifici, pesca, foreste, trasporti, acqua, agricoltura, approviggionamento energetico, turismo, spreco, manifattura e industria.

Su questi temi sono state individuate delle storie di successo, alle quali guardare come a dei modelli: si va dallo sviluppo delle energie rinnovabili in Cina (il settore, solo nel 2009, ha creato 300.000 posti di lavoro) all’agricoltura organica in Uganda (Paese che utilizza la minor quantità di fertilizzanti chimici, meno del 2%), dalla gestione forestale in Nepal allo sviluppo dell’energia solare in Tunisia. Il Paese ospite di quest’anno è il Brasile, che ospiterà anche la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile Rio + 20, dal 20 al 22 giugno.[fonte http://www.adnkronos.com]

Risparmiare energia elettrica

Risparmiare energia elettrica significa risparmiare denaro e tutelare l’ambiente. Ogni giorno la vita ci propone nuovi rincari, come possiamo fronteggiare questi aumenti? Risparmiare energia elettrica potrebbe essere la risposta. Praticare delle piccole modifiche al nostro stile di vita quotidiano, significa ridurre sensibilmente la bolletta elettrica e ridurre anche le emissioni energetiche. Per vedere un risparmio tangibile, basterebbe seguire cinque semplici punti:

  • Dispositivi elettrici. Tv, lettori dvd e computer, sono elettrodomestici che indicano la loro attività mediante LED colorati. Ciò indica che quando vediamo una lucetta rossa lungo la barra laterale della nostra tv, significa che l’apparecchio è attivo e si trova in condizione di standby. Ciò avviene per stereo, videogiochi e un gran numero di apparecchiature elettriche. L’attività in standby di questi dispositivi incide molto sulla nostra bolletta elettrica, utilizzare delle semplici ciabatte multi spina, potrà aiutarci a diminuire gli sprechi e a risparmiare energia elettrica.
  • Illuminazione. Anche le lampadine potrebbero aiutarci nella nostra impresa: le lampade ad alta efficienza, all’atto dell’acquisto costano di più ma si tratterà di un investimento ben ponderato: consumano molto meno elettricità e in più durano molto di più delle lampade convenzionali, oltre al fatto che fanno più luce e riducono l’affaticamento oculare.
  • Frigorifero. Per tale elettrodomestico basta un’unica regola, aprirlo solo quando serve. Sembra banale ma aprendo in continuazione lo sportello, non fa altro che aumentare il consumo energetico dell’apparecchio che sarà costretto, di apertura in apertura, ad azionare apposite turbine per mantenere una temperatura più fresca. Aprire lo sportello del frigo significa far surriscaldare sia perché l’aria calda esterna è spinta all’interno del frigo, sia perché entrerà in azione il led del frigorifero che riscalderà l’atmosfera adiacente. Quella appena descritta è una buona norma che garantisce risparmio ma ricordiamo che vige l’obbligo di tenere l’elettrodomestico ad una distanza di almeno 10 cm rispetto al muro così da evitare un surriscaldamento dell’intera camera.
  • Forno a Microonde e Forno Elettrico. Per il forno elettrico, è consigliabile spegnerlo poco prima della cottura dell’alimento, così da sfruttare il calore residuo accumulato nel forno stesso, così da ultimare la cottura senza un briciolo di elettricità aggiunta. Il discorso cambia per il forno a microonde che da sempre si è dimostrato un buon alleato del risparmio energetico: prediligere il forno a microonde a quello elettrico potrebbe essere una buona strategia.
  • Lavatrice e altri elettrodomestici. Il traffico energetico giornaliero potrebbe essere variato a nostro favore, sfruttando eventuali tariffazioni. Un esempio è fatto dalla lavatrice: lavando la biancheria di notte, si potrebbe sfruttare una tariffazione più basse e si potrebbe evitare di intasare il traffico energetico giornaliero; la lavatrice, così come la lavastoviglie, va utilizzata solo a pieno carico e a temperature non troppo alte, tra i 30-60°.

Tali accorgimenti possono essere preziosi per risparmiare energia elettrica e risparmiare denaro. La vita domestica dovrebbe essere condotta con minor superficialità, per capire quanto si può concretamente risparmiare, basterà pensare che si è stimato un risparmio di 60 euro di elettricità annua, solo con l’utilizzo della ciabatta multispina. [fonte http://www.ideegreen.it]

Riciclare, con Stile, Camere d’aria e Copertoni di Bicicletta


riciclo camere d'aria bici

MNMUR, Torino – Resistenti, innovativi ma soprattutto green-oriented. I materiali ricavati dalla demolizione dei mezzi di trasporto rappresentano un’ulteriore risorsa per la moda eco-sostenibile. Una scelta singolare, che è già il segno distintivo di alcuni marchi. Le borse e gli accessori di Mnmur (Mnmur è una parola di fantasia, assonanza con il termine minimal, caratteristica principale dei prodotti creati da Laura Comino e Marco Giambra. Realizzano borse e accessori in camera d’aria riciclata di bicicletta, scovandole nei mercatini e dai ciclisti) invece, nascono dal riciclo di camere d’aria di biciclette.

borse camere d'ariaI due designer, Marco Giambra e Laura Comino, scelgono di utilizzare questo materiale per le sue proprietà: elasticità, impermeabilità, versatilità, resistenza, morbidezza. Reperire la materia prima non è semplice. Il recupero avviene nelle ciclofficine, ma sono tanti i fattori di cui bisogna tener conto. A cominciare dalla disponibilità dei ciclisti a tenere da parte il materiale. Anche la stagionalità è rilevante: durante l’inverno, infatti, è più scarso a causa del poco utilizzo del mezzo. Una volta raccolte, le camere d’aria vengono lavorate artigianalmente. Il brand si spinge alla ricerca delle tracce della lavorazione industriale: la selezione infatti, è orientata soprattutto verso le parti in cui sono presenti scritte e serie numeriche, sempre diverse per ogni casa produttrice. Queste particolarità rendono ogni singolo oggetto unico. Potete trovare i prodotti Mnmur direttamente sul sito dei designer (http://www.mnmur.com/), oppure tra gli articolo de L’ecoBottega (http://www.lecobottega.it/prodotti.php?produttore=17). [fonte http://www.vogue.it]

Per dimagrire bisogna camminare… Quanto? diecimila passi al giorno

dieta camminare

Correre? Macchè.
Per dimagrire è più utile camminare. Alla velocità del ritmo da passeggiata, stabilita in 4 km. all’ora, il 40% delle calorie bruciate deriva dai grassi. Se la velocità aumenta e si procede a 6 km all’ora, il consumo dei grassi si ferma al 20 % e le altre calorie l’organismo le va a prendere altrove: nei carboidrati. E ‘ una realtà strettamente fisiologica: in un’attività costante, l’intensità dell’esercizio è inversamente proporzionale alla quantità di grassi consumata. Questa è la novità interessante: minore è lo sforzo, maggiore è in percentuale la quota di grassi ossidata, vale a dire eliminata dal corpo. Quindi camminate, non correte! Non si tratta dei canonici quattro passi, ma di qualcuno in più: diecimila. Non è il caso di scoraggiarsi, non vanno per forza fatti tutti in una volta: ci impieghereste 60-80 minuti per un totale di circa 7 km. Va benissimo frammentarli anche nell’arco della giornata. Così potete mettere nel conto i passi percorsi per andare e tornare dall’ufficio, per fare la spesa, per recarvi dal giornalaio, per portare a spasso il cane e così via. E i nostri diecimila passi riservano anche una bella sorpresa: non innescano l’appetito e quindi non inducono a recuperare immediatamente quanto si è appena bruciato. Infatti, camminare è un esercizio muscolare moderato e perciò non porta ad esaurimento delle scorte di glucosio, il principale carburante per uso immediato, con la stessa rapidità che è propria di un’attività intensa come la corsa. Così lo stimolo dell’appetito resta modesto o addirittura non si manifesta. Altra cosa importante: le passeggiate garantiscono il mantenimento del peso forma, ma se non associate ad altro, non la perdita di chili. Per dimagrire occorre sempre la solita triade: alimentazione con apporto calorico inferiore a quanto si spende nella giornata, movimento, cioè i nostri diecimila passi, e possibilmente un’attività motoria intensa, che mette al sicuro anche l’apparato cardiocircolatorio (consente la diminuzione dei valori di pressione, colesterolo e glicemia). Nessuna delle 3 componenti, da sola, è sufficiente a far calare la pancetta. Ma camminare aiuta.
La passeggiata è consigliata anche per le persone obese, alle quali non si può chiedere di affrontare un’attività motoria pesante, perché sarebbe per loro molto rischioso sia per le ossa sia per il cuore. Per gli obesi , anche il semplice camminare rappresenta un esercizio arduo: ecco che, allora la passeggiata a ritmo moderato, ma per un tempo relativamente lungo, costituisce la giusta via per affrontare un percorso di dimagrimento e non perdere i risultati via via acquisiti.
[A cura della dietista Mariagnese Torrisi, fonte articolo: www.leviedelbrigante.it]

Ftalati e rischio Diabete

giocattoli tossici

Già discussi da qualche tempo per via della loro possibile influenza negativa sulla gravidanza, sullo sviluppo del feto e sulla fertilità maschile, gli ftalati sono di nuovo sul banco d’accusa. Stavolta, per una loro presunta correlazione con l’insorgenza del diabete di tipo 2,messa in evidenza da una ricerca svedese.

Ftalati, cosa sono? Prima di addentrarci nei dettagli dello studio, definiamo meglio cosa siano gli ftalati. Si tratta di sostanze chimiche il cui utilizzo principale consiste nel rendere più flessibile il cloruro di polivinile (PVC).

Gli ftalati trovano largo impiego in prodotti di uso comune, come giocattoli e articoli per l’infanzia, vernici, candele profumate, deodoranti per l’ambiente, bagnoschiuma e cosmetici. Data la loro grande diffusione, non è difficile venire a contatto con queste sostanze ed assorbirle.

Lo studio: Alcuni ricercatori dell’Università di Uppsala, in Svezia, hanno analizzato un campione di oltre 1000 persone, di entrambi i sessi e con almeno 70 anni di età, ed hanno pubblicato i risultati dello studio sulla rivista “Diabetes Care”. Dopo un prelievo ematico, sono stati dapprima esaminati i valori della glicemia e dell’insulina; poi i campioni di sangue dei soggetti sono stati sottoposti a delle analisi per registrare la presenza di diverse tossine ambientali, comprese quelle che si formano nel nostro organismo quando si entra in contatto con gli ftalati.

Le analisi hanno fatto emergere l’esistenza di una relazione tra i livelli ematici di alcuni ftalati e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. In particolare, i soggetti con livelli di ftalati più alti correvano il doppio del rischio di andare incontro al diabete rispetto alle persone con livelli più bassi. Inoltre, sembra che alcuni ftalati possano contribuire ad interrompere la produzione di insulina da parte del pancreas.

La dottoressa Monica Lind, docente del dipartimento di Medicina del Lavoro e dell’Ambiente dell’Università di Uppsala, sostiene che la ricerca realizzata dal suo team abbia evidenziato risultati compatibili con l’ipotesi che alcune sostanze chimiche ambientali possano contribuire all’insorgenza del diabete.

Naturalmente, però, la studiosa sottolinea che, prima di poter considerare gli ftalati come effettivi fattori di rischio per il diabete di tipo 2, occorre svolgere ulteriori approfondimenti che mostrino associazioni analoghe a quelle evidenziate dallo studio svedese.

Qualche precauzione: Data l’enorme diffusione dei prodotti contenenti ftalati, non è semplice, anzi sembrerebbe impossibile, stare alla larga da queste sostanze. Tuttavia, gli esperti consigliano di acquistare, ogni volta che è possibile,prodotti alimentari contenuti nel vetro piuttosto che in confezioni di plastica e di indossare una mascherina protettiva quando si verniciano oggetti, provvedendo poi ad aerare bene i locali nei quali si è usata la vernice [fonte http://www.dietaebenessere.net]

Frutta e Verdura di Stagione : La spesa di Giugno

albicocche frutta di stagione

Giugno: Arrivano le fragranti albicocche, vere amiche dell’estate e della “tintarella”. Ricchissime di caroteni, aiutano la pelle ad abbronzarsi rapidamente e in tutta sicurezza. Se vi capita di acquistare delle albicocche un po’ durette e non troppo dolci, servitele in insalata, affettate e condite con sale marino, olio extra vergine di oliva e tanta menta fresca tritata. Una fresca e insolita delizia estiva da servire come antipasto.

Verdura: aglio, asparagi, bietola, carota, cetriolo, cicoria, cipolla, fagiolini, fave, fiori di zucca, lattuga, tutte le insalatine da taglio, patate novelle, ortica, pomodoro, piselli, rabarbaro, ravanello, rucola, sedano, tarassaco, zucchina.

Frutta: albicocca, amarena, ciliegia, fragola, melone, mora di gelso, nespola del giappone, pera, prugna, pesca, pesca noce, lampone, ribes, uva spina.

Pesci: cefalo, dentice, merluzzo, pesce spada, sardina, orata, spigola, sogliola, tonno, triglia. Ma su alcune di queste specie – merluzzo, pesce spada e tonno – sussistono problemi ecologici o legati al sovrasfruttamento: è consigliabile consultare le guide alla pesca sostenibile. [fonte http://www.lifegate.it]

I Pidocchi (Pediculosi) Rimedi Naturali

i pidocchi foto

Come tutti sappiamo, la motivazione dell’arrivo dei pidocchi, non è la carenza di igiene, quanto piuttosto al contrario, il ricorso sempre più massiccio a prodotti chimici detersivi, a cibi impoveriti e ad una vita poco legata ai ritmi della natura che, indebolendo le difese rende i bambini vulnerabili alle infestazioni da pidocchi, che negli ultimi anni sembrano essere più frequenti.

In particolare la medicina naturale considera questa infestazione come un segno di indebolimento, di conseguenza indica, per chi è stato infestato, l’utilità di terapie che rinforzano l’individuo, basate su OLIGOELEMENTI, come lo ZINCO, nella misura di una fiala al mattino, tutti i giorni, per tre mesi. Anche la VITAMINA C è indicata, e la forma migliore sembra essere lo sciroppo di OLIVELLO SPINOSO o di ACEROLA un cucchiaino al giorno per tre mesi. Ciò detto vediamo come agire per debellare i fastidiosi parassiti

Sintomi

  • Intenso prurito del cuoio capelluto
  • Piccoli rigonfiamenti rossi sul cuoio capelluto, collo e spalle
  • I rigonfiamenti possono avere croste e produrre liquido
  • Presenza di piccoli puntini bianchi (uova, o lendini) sui capelli, in prossimità della testa e difficili da togliere.

RIMEDI NATURALI :  Alcuni oli essenziali come il timo, la lavanda, l’origano, l’anice e la noce di cocco hanno proprietà antimicrobiche ed insetticide dimostrate da prove in vitro. In particolare uno studio ha messo in evidenza che una miscela di anice, noce di cocco e ylang-ylang ha avuto un effetto pediculocida superiore a quello del già citato malathion.

Gli oli essenziali inducono crisi respiratoria nel parassita. Anche l’Olio di Neem si è dimostrato efficace nella lotta contro i pidocchi (purtroppo l’olio di neem, in purezza, ha un’odore pessimo!). In rete, in farmacia ed in erboristeria potete trovare diverse soluzioni a base di oli essenziali e olio di neem.

I prodotti naturali come l’aceto, la maionese ed altre cose simili sono rimedi popolari che però non sono efficaci nel debellare la pediculosi, tuttalpiù possono alleviare i sintomi come prurito ed irritazione cutanea. L’aceto, diluito in acqua sembra efficace per aiutare a rimuovere le lendini morte (ma occhio, che può bruciare se il cuoio capelluto è ferito dalle punture dei pidocchi).

Tra i rimedi naturali è importante annoverare i pettinini con i denti di metallo: scegliete quelli con denti lunghi. Ne esistono alcuni che hanno delle scalanature nei denti che consentono di danneggiare le uova dei pidocchi al passaggio, le uova infatti sono molto difficili da debellare, in genere non muoiono con i prodotti. Passate il pettinino quotidianamente.

Alcune cose importanti da tenere a mente:

  • Non trattare la persona infestata più di 3 volte con lo stesso prodotto. Nel caso che il trattamento risultasse inefficace, consultare il proprio medico o il farmacista per un intervento alternativo.
  • Non utilizzare contemporaneamente o mescolare insieme prodotti diversi, indicati contro i pidocchi.
  • E’ fortemente consigligato togliere le lendini dai capelli bagnati con un pettine speciale con denti fitti nei giorni 1, 5, 9 e 13 (contati a partire dall’inizio del trattamento)
  • Lavare accuratamente i pettini e le spazzole immergendoli in acqua calda per 10 minuti o utilizzando uno shampoo antiparassitario, o mettendoli in freezer per almeno 24 ore.
  • Ricordate che tagliare i capelli non serve! può caso mai rendere più semplici i controlli e i trattamenti, ma non riduce il rischio di infestazione nè elimina il problema.
  • Tutti gli oggetti tessili (abiti, lenzuola, peluche, …) del bambino dovrebbero essere lavati a più di 60°C, se non potete lavarli, chiudete i tessili dentro un sacco di plastica per 10 giorni, affinché i pidocchi muoiano di fame. Un metodo più corto sarebbe depositare il sacco di plastica nel congelatore per 24h (i pidocchi moriranno ugualmente). Il pidocchio muore dopo 48 ore lontano dal capo, ma le uova e le lendini sono più longeve, per questo, su superfici tessili non lavabili e’ opportuno quindi questa accortezza.

Prevenzione: Non esistono trattamenti “preventivi” scientificamente accreditati, e NON vanno usati i prodotti per eliminare i pidocchi in modo preventivo, a meno che non ci siano ragioni per pensare di poter essere stati contagiati (es. i bambini hanno i pidocchi), perché è come usare l’antibiotico come prevenzione per la polmonite… Tuttavia alcune mamme utilizzano dei “rimedi della nonna” per prevenire l’infestazione, e li trovano efficaci, e, si sa, a volte l’esperienza va più avanti della scienza. Così vi riportiamo quello di Jolanda di Filastrocche.it

in erboristeria procuratevi:

– Profumo alla Lavanda

– Oli essenziali (ne basterebbero 10 gocce di ognuno) di

  • Eucaliptus
  • Timo
  • Bergamotto

Nel botticino del profumo di Lavanda, aggiungete 10 gocce di Olio di Eucaliptus, 10 gocce di Olio di Timo e 10 gocce di Olio di Bergamotto.
Agitate bene e poi, ogni mattina prima di uscire di casa, versate poche gocce del composto sulla fronte dei vostri bambini, proprio dove inizia l’attaccatura dei capelli e poche gocce sulla nuca, sempre al limitare dell’attaccatura dei capelli. [tratto da http://www.genitorichannel.it]

Novità: è uscito il numero di Giugno 2012 del mensile Terra Nuova

rivista decrescita

Care Lettrici e Cari Lettori, vi presentiamo il numero di Giugno 2012 del mensile Terra Nuova, la rivista per l’Ecologia della Mente e la Decrescita Felice, www.terranuovaedizioni.it

Il sommario di questo numero:

SPECIALE ECODETERSIVI – Bucato leggero

Quale prodotto scegliere per la nostra lavatrice? Un focus approfondito con a corredo un’altro articolo dal titolo “Detersivi: l’ABC dell’etichetta” con tutte le informazioni necessarie per orientarsi nel panorama dei detersivi da bucato.  Da non perdere il box “Bio e convenzionali a confronto“: 12 prodotti sotto la lente circa gli ingredienti, l’imballo e l’impatto ambientale.

INCHIESTA – Un’altra economia è già qui
Vi presentiamo le possibilità reali di chi crede in un’economia a misura di persona e di comunità, di chi ha scelto di smettere di “consumare” per iniziare a condividere esperienze di scambio solidale all’interno di una rete che avvicini individui, ruoli e prospettive. FOCUS: Invito all’abbondaza frugale. Intervista a Serge Latouche…

ALIMENTAZIONE E SALUTE – I metalli che ci fanno ammalare
Acqua, cibo, aria, farmaci: i metalli potenzialmente tossici sono ormai dovunque. Mettono a rischio la nostra salute, ma l’alimentazione può aiutarci a contenere i danni. Vi spieghiamo come. A corredo il box: Come smaltire i metalli pesanti?

I DIBATTITI DI TERRA NUOVA – L’ebook sarà il libro del futuro?
Inauguriamo in questo numero un nuovo spazio di confronto sui temi affrontati da Terra Nuova, attraverso uno scambio epistolare tra due persone che la pensano diversamente. Per iniziare: e-book si! e-book no!

ECOVILLAGGI – Borghi attivi: ricostruire luoghi, ricostruire identità
Vivere in un ecovillaggio non significa fuggire dalla realtà. Anzi, è una scelta che predispone alla cittadinanza attiva. Lo dimostrano i giovani dell’ecovillaggio E.V.A, il cui cavallo di battaglia è la progettazione partecipata del territorio.

CUCINA NATURALE – Cucina ecozoica
Cucina vegan e oltre: vi presentiamo un menu che unisce il rispetto per gli animali a quello del Pianeta.

GENITORI E BAMBINI – Anch’io sono incinto
Tra paure, amore ed educazione all’empatia, come sopravvivere, affrontare e godere la gravidanza al maschile. Un passo tratto dal nuovo libro di Terra Nuova Edizioni “…anch’io sono incinto!”

BIOEDILIZIA – Abitare in terra cruda
La terra è un ottimo isolante termico e acustico, è traspirante e regola l’umidità. Ecco come iniziare a utilizzare subito questo materiale biocompatibile, atossico e… gratuito!

ESPERIENZE – L’uomo che semina gli alberi
Incontro con il contadino africano Yacouba Sawadogo, nella sua lotta quotidiana contro il deserto.

SALUTE NATURALI – Pediculosi: ecco le soluzioni naturali
Con l’arrivo del caldo si ripresenta consueto il problema dei pidocchi. Le terapie d’urto, spesso tossiche, non fanno altro che rendere questi parassiti ancora più resistenti. Le alternative naturali esistono e funzionano.

CONSUMI – Tonno in scatola. E non sai cosa mangi
Un alimento dai mille dubbi, poco adatto per adulti e bambini, il cui prezzo è l’estinzione di uno dei più affascinanti abitanti del Mediterraneo.

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Tassa sul cibo spazzatura ?

Almeno il 20% per essere efficace e sconti per l’acquisto di cibi sani. Lo dice uno studio dell’Università di Oxford

cibo sano

La tassa sul cibo spazzatura e sugli alimenti ricchi di grassi, zuccheri per essere efficace deve provocare un incremento del prezzo di almeno il 20%. Lo sostiene Oliver Mytton, esperto di sanità pubblica dell’Università di Oxford, sul British Medical Journal, in un articolo che sintetizza il risultato delle sue analisi sulle diverse esperienze internazionali, in vista del meeting di Ginevra, che si svolgerà dal 21 al 26 maggio e che avrà al centro della discussione questi temi, nell’ambito della sessantacinquesima World Health Assembly.

Da quando è apparso in modo evidente che sovrappeso e obesità costituiscono un pericoloso fattore di rischio per una popolazione destinata a una vecchiaia sempre più costellata di malattie croniche, i governi e le autorità hanno iniziato a capire che investire in salute è più conveniente rispetto alla prospettiva di curare le malattie croniche correlate all’eccesso di cibo.

Le grandi campagne per l’educazione alimentare sono però costose e richiedono anni prima di sortire effetti misurabili. Un riferimento interessante è quello della tassazione del tabacco e dell’alcol che ha portato a risultati positivi nel medio lungo periodo. Pe questo motivo la riflessione – e in certi casi la scelta – di alcuni Stati è stata quella della tassazione di alcune categorie di alimenti.

Ma il punto è: quali sono le caratteristiche che deve avere una tassa sul cibo per essere veramente efficace e per essere accettata dalla popolazione? Che cosa funziona (e lo si può dimostrare con i numeri) e che cosa no?

Mytton chiarisce l’opportunità di applicare l’eventuale tassa a qualunque tipo di alimento che possa essere considerato non salutare. L’obiettivo deve essere quello di creare un fondo in grado di fronteggiare anche malattie diverse dall’obesità. Ma l’aspetto più interessante è che osservando quanto è successo in alcuni Paesi, si è notato che a volte la tassazione su un certo alimento o bevanda si rivela un vero fiasco, perché al di sotto di un certo limite. In questi casi i consumi si spostano da ciò che è diventato più caro a qualcosa di simile che ha mantenuto il suo prezzo o che risulta conveniente.

I tre ambiti dai quali si possono elaborare delle conclusioni scientificamente fondate sono:

1. Gli esperimenti spontanei, cioè quelle iniziative che, sorte per verificare un’idea in un ambito del tutto circoscritto, possono fornire qualche indicazione. Gli unici due studi che hanno verificato gli esiti di una tassazione sui soft drink sono statunitensi, ma in entrambi i casi l’aumento del prezzo è stato troppo basso, compreso tra l’1 e l’8%, per poter essere correlato a qualche conseguenza sul peso.

Una ricerca analoga compiuta in Irlanda ha invece mostrato che a una tassazione dell’11% (sempre sulle bevande gassate e zuccherate) corrisponde una riduzione nel consumo specifico del 10%, ma non è stato verificato l’eventuale effetto sulla salute. In generale è emersa solo un’associazione piuttosto debole tra tassa sul cibo e peso della popolazione, con effetti più marcati nelle fasce di popolazione più disagiate e sui ragazzi. Probabilmente – spiega Mytton – ciò è dovuto al fatto che le tasse sono sempre state troppo timide.

2. Studi controllati. In questo caso l’indicazione è il risultato di calcoli effettuati sulla base di quanto succede in condizioni predeterminate. Questo approccio ha il vantaggio di essere più facile da interpretare, ma anche il grande limite di costituire una realtà artificiosa, che costringe il partecipante a comportamenti spesso diversi da quelli della vita reale.

Così, per esempio, una tassa del 35% applicata in una mensa durante un trial condotto negli Stati Uniti ha portato a una riduzione del 26% delle vendite. Ma nessuno è andato a verificare che cosa facevano i frequentatori della mensa una volta usciti, e cioè se, per esempio, compravano la stessa bevanda fuori, a un prezzo più basso.

3. Studi con stime basate su specifici modelli. La maggior parte degli studi dedicati alla tassa sul grasso (tax fat), afferma Mytton, è di questo tipo. Si cerca di definire quale potrebbe essere l’effetto di una certa tassa in base a calcoli matematico-economici e a sondaggi. La valutazione presenta il vantaggio di poter prendere in considerazione elementi di diversa natura, ma anche il limite di tutte le previsioni che, per quanto basate su presupposti solidi, devono poi fare i conti con la realtà.

Negli Stati Uniti è stato calcolato che una tassa sui soft drinks del 20% (più alta di quelle applicate finora in diversi Stati) farebbe calare l’obesità del 3,5%, e in Gran Bretagna una tassazione del 17,5% su alcuni alimenti poco sani farebbe diminuire gli infarti dell’1-3%, e i decessi di 900-2700 unità.

Tuttavia – sottolinea Mytton – è necessario tenere presente che penalizzare una categoria di alimenti potrebbe avere effetti negativi quali, per esempio, la riduzione di fibre o sali minerali o a comportamenti compensatori altrettanto nocivi di quelli che si cerca di colpire.

Nonostante ciò l’opinione pubblica con ogni probabilità sarebbe favorevole all’adozione di una tassazione sui cibi poco sani. Secondo un sondaggio effettuato negli Stati Uniti, una percentuale che varia dal 37 al 72% degli intervistati approverebbe una tassa sui soft drinks. Anche le aziende, che oggi strillano, sottolineando l’inutilità e la possibile perdita di posti di lavoro causata da provvedimenti del genere, si adeguerebbero come hanno fatto quelle del tabacco e dell’alcol.

Ciò che emerge dagli studi disponibili fino a oggi è che una tassa sul cibo dovrebbe avere almeno queste caratteristiche, per ottenere  successo:

  • Essere rivolta a un ampio raggio di alimenti classificati come poco salutari, anche se fino a oggi i dati più convincenti riguardano la tassazione dei soft drinks.
  • Essere almeno del 20%, per avere effetti su obesità e malattie cardiovascolari.
  • Essere unita ad agevolazioni fiscali per la vendita e il consumo di alimenti sani quali la frutta e la verdura.
[fonte http://www.ilfattoalimentare.it  Agnese Codignola]